Joseph Alvinzy Freiherr von Berberek

Il 26° ha avuto l’onore di avere l’onore, di avere come Inhaber uno dei più fieri ed abili avversari di Bonaparte durante la prima campagna d’Italia, il primo che possiamo dire ebbe l’abilità di sconfiggere il giovane astro nascente nella battaglia di Caldiero, avvenuta pochi giorni prima della grande battaglia di Arcole.
Joseph Alvinczy Freiherr von Berberek nasce a Berberek, in Transilvania, il 1° febbraio 1735 ed entra nell’esercito a soli 15 anni, all’interno di un reggimento di ussari, distinguendosi col grado di capitano durante la guerra dei sette anni nelle battaglie di Torgau, Schweidnitz e Teplitz.
Nei successivi anni di pace collaborò a mettere in pratica il nuovo regolamento delle esercitazioni militari progettato dal Lacy. Successivamente, col grado di colonnello, combatte nella guerra di successione bavarese, ma soprattutto, subito dopo, ottenuto il grado di General Major, viene nominato dall’Imperatore Giuseppe II insegnante di tattica del nipote, il futuro imperatore Francesco II.
Prende poi parte alla guerra contro i Turchi e, davanti a Belgrado, ottiene il grado tenente feldmaresciallo. Quindi, nel 1790, comanda un esercito per reprimere la rivolta belga: una banale caduta da cavallo lo costringe tuttavia a rassegnare il comando. Si tratta solo di un breve pausa, perché nel 1792, allo scoppio del conflitto con la giovane Repubblica Francese, si trova in prima linea al comando di una divisione e prende parte alle battaglie di Neerwinden, Chatillon, Landrecy, Charleroi, Fleurus e Hondschoote.
Comandante nella campagna del 1794, viene trasferito all’armata del Reno Superiore e riceve il comando supremo di tutte le truppe fra il fiume Neckar e la città di Costanza. Poco dopo l’inizio della campagna viene però richiamato nel Consiglio di Corte.
Nel 1796 inizia la fase più nota della sua carriera, quella che lo oppose a Napoleone. A capo della Friaul Armee, alla fine dell’estate accorre in Italia per salvare Mantova: pur mettendo in gravissima difficoltà il futuro Imperatore dei Francesi, uscirà alla fine sconfitto dalla campagna a seguito della decisiva sconfitta patita fra le montagne di Rivoli Veronese (14 gennaio 1797).
Dopo poco, viene rilevato nel comando dall’Arciduca Carlo e di fatto esce dalla scena della Grande Storia. Dopo aver ottenuto un comando territoriale in Ungheria, nel 1808 riceve il grado di feldmaresciallo. Rende l’anima il 25 novembre 1810 a Ofen.