Presentiamo di seguito alcune canzoni indissolubilmente legate alla storia militare asburgica.

Non possiamo non cominciare con il “Kaiserhymne” (“Inno del Kaiser”), conosciuto anche come “Österreichische Volkshymne” (“Inno popolare austriaco”).

La genesi del canto risale al 1796 circa quando, con un Impero oggettivamente in difficoltà nella guerra contro la Francia rivoluzionaria, il conte Franz von Sarau – uno dei diplomatici più influenti dell’epoca, che diventerà addirittura governatore della Lombardia nel 1816 –  decise commissionare la composizione di un inno che potesse risollevare lo spirito delle truppe, in contrapposizione alla celeberrima “Marsigliese“.

Il primo passo fu la stesura del testo poetico, operazione realizzata Lorenz Haschka sul modello dell’altrettanto famoso inno inglese “God save the King“, un richiamo evidentissimo fin dai primi versi della canzone. Seguì quindi la composizione della musica, affidata in tal caso ad uno dei più importanti maestri dell’epoca: Franz Joseph Haydn (1732-1809).

La prima esecuzione dell’Inno avvenne il 12 febbraio 1797 presso il Burgtheater di Vienna, in occasione del genetiliaco dell’Imperatore Francesco II. L’inno divenne ben presto assai famoso e, nel corso del 1800, ebbe una versione in ogni lingua dell’Impero.

 

Franz Joseph Haydn

KAISERHYMNE (1797)

Gott erhalte Franz, den Kaiser,
Unsern guten Kaiser Franz!
Lange lebe Franz, der Kaiser,
In des Glückes hellstem Glanz!
Ihm erblühen Lorbeerreiser,
Wo er geht, zum Ehrenkranz!
Gott erhalte Franz, den Kaiser,
Unsern guten Kaiser Franz!

Laß von seiner Fahne Spitzen
Strahlen Sieg und Fruchtbarkeit!
Laß in seinem Rate Sitzen
Weisheit, Klugheit, Redlichkeit;
Und mit Seiner Hoheit Blitzen
Schalten nur Gerechtigkeit!
Gott erhalte Franz, den Kaiser,
Unsern guten Kaiser Franz!

Ströme deiner Gaben Fülle
Über ihn, sein Haus und Reich!
Brich der Bosheit Macht, enthülle
Jeden Schelm- und Bubenstreich!
Dein Gesetz sei stets sein Wille,
Dieser uns Gesetzen gleich.
Gott erhalte Franz, den Kaiser,
Unsern guten Kaiser Franz!

Froh erleb’ er seiner Lande,
Seiner Völker höchsten Flor!
Seh’ sie, Eins durch Bruderbande,
Ragen allen andern vor!
Und vernehm’ noch an dem Rande
Später Gruft der Enkel Chor.
Gott erhalte Franz, den Kaiser,
Unsern guten Kaiser Franz!

Versione Italiana

Serbi Dio l’Austriaco Regno,
Guardi il nostro Imperator
Nella fe’ che gli è sostegno,
Regga noi con saggio amor!
Difendiamo il serto avito,
Che Gli adorna il regio crin;

2 volte – Sempre d’Austria il soglio unito, Sia d’Asburgo col destin!

Pia difesa e forte insieme
Siamo al dritto ed al dover;
E corriam con lieta speme
La battaglia a sostener!
Rammentando le ferite
Che di lauri ci coprir;

2 volte – Noi daremo beni e vite. Alla patria, al nostro Sir.

Dell’industria a’ bei tesori
Sia tutela il buon guerrier;
Incruenti e miti allori
Abbian l’arti ed il saper!
Benedica il Cielo e renda
Glorioso il patrio suol,

2 volte – E pacifico risplenda. Sovra l’Austria ognora il sol!

Siam concordi, In forze unite
Del potere il nerbo sta;
Alte imprese fian compite,
Se concordia in noi sarà .
Siam fratelli, E un sol pensiero
Ne congiunga e un solo cor;

2 volte – Duri eterno questo Impero, salvi Iddio l’Imperator!

Presso a Lui, sposa beata
Del Suo cor l’Eletta sta;
Di quei vezzi inghirlandata,
Che non temono l’età.
Sulla Mite in trono assisa
Versi il Cielo ogni suo don;

2 volte – Salve Augusto, salve Elisa, e d’Asburgo la Magion!»

 

Proseguiamo con un altro famoso e popolare canto militare: Stehe ich im Feld“, l’inno dei granatieri.

Non è certa la data di composizione: per quanto diversi commentatori indichino come autore del testo il poeta Johann Hebel, che lo avrebbe composto nel 1809, e come compositore della musica Friedrich Silcher che a sua volta l’avrebbe scritta solo nel 1827, in realtà è assai probabile che musica e testo risalgano a ben prima.

Infatti, nel volume intitolato  “Allgemeines Deutches Lieder Lexicon oder Vollstandige Sammlung” stampato a Lipsia nel 1846, si afferma chiaramente che l’inno sarebbe stato realizzato durante la Guerra dei Sette Anni, cioè fra 1756 e 1763.

Steh´ ich im Feld
Mein ist die Welt!
Bin ich nicht ein Offizier
Bin ich ein Grenadier
Steh´ in dem Glied wie er
Weiß nicht, was besser wär
Juchhe ins Feld
Mein ist die Welt

Steh´ ich im Feld
Mein ist die Welt!
Habe ich kein eigen Haus
Jagt mich auch niemand raus
Fehlt mir die Lagerstätt´
Boden bist du mein Bett
Juchhe ins Feld,
Mein ist die Welt

Steh´ ich im Feld
Mein ist die Welt
Habe ich kein Geld im Sack
Morgen ist Löhnungstag
Bis dahin jeder borgt
Niemand fürs Zahlen sorgt
Juchhe ins Feld
Mein ist die Welt

Steh´ ich im Feld
Mein ist die Welt
Habe ich kein Geld im Sack
Hab´ ich doch Rauchtabak
Fehlt mir der Tabak auch
Nußlaub gibt auch guten Rauch
Juchhe ins Feld
Mein ist die Welt

Steh´ ich im Feld
Mein ist die Welt
Kommen mir dann zwei und drei
Haut mich mein Säbel frei
Schießt mich der Vierte tot
Tröstet mich der liebe Gott
Juchhe ins Feld
Mein ist die Welt

Joseph Radetzky

Johann Strauss

Spostandoci alla metà dell’800, senz’altro la musica che tutti

conosciamo è la famosissima “Radetzky March“, composta da Johann Straus nel corso del fatidico 1848, per commemorare la vittoria di Custoza conseguita dal Feldmaresciallo Joseph Radetzky, comandante supremo delle forze austriache in Italia.

La prima esecuzione avvenne il 31 agosto a Vienna e divenne subito popolarissima sia in seno all’esercito che nella società civile. La musica non prevede alcuna parte cantata.