Fra le tante storie d’amore che si ricordino, poche hanno toccato l’intensità e la passione di quella tra Joséphine e Napoleone. Marie Josèphe de Beauharnais, ricca martinicana di sei anni più anziana di Bonaparte, quando conosce Napoleone è nota per intrattenere da sempre una condotta dissipata dedita al lusso e ai piaceri mondani. Giuseppina lo incontra nel 1795, a trentadue anni e madre di due figli avuti dal precedente matrimonio, viene da un passato straziante e tormentato. È da poco vedova di un aristocratico generale di Francia, Alexandre de Beauharnais, ghigliottinato nella Place de la Concorde perché sospettato con la moglie di avere tramato contro il Comitato Rivoluzionario (il generale era inoltre accusato dal Comitato della Salute Pubblica di essere stato il principale fautore della disfatta di Magonza del 23 luglio 1793). Entrambi i coniugi erano stati torturati e condannati nella tetra prigione di Carmes, dove Joséphine era rimasta al momento del trasferimento del marito. Mentre la testa di Alexandre rotola nella cesta dal patibolo, Joséphine è tormentata dal pensiero di dover abbandonare i suoi due figli: Eugenio, bellissimo, futuro viceré d’Italia, e Ortensia, futura madre di Napoleone III. Giuseppina sarà miracolosamente salvata dalla ghigliottina quattro giorni dopo la decapitazione del marito grazie all’intervento del celebre giornalista Jean-Lambert Tallien. Poco dopo, nell’ottobre del 1795, il figlio Eugène chiese di incontrare Buonaparte per riottenere la sciabola sequestrata al padre prima dell’esecuzione capitale. Durante il colloquio il giovane generale rimane molto colpito dal ragazzo e comincia quindi a frequentare la famiglia. Così, Napoleone (generale di brigata appena ventisettenne) viene totalmente sedotto dalla donna, pur consapevole che in quel momento Joséphine sfrutta il fascino del suo ascendente seduttivo per intrattenere relazioni con amori proibiti che si seguono a ritmo vertiginoso. È l’amante di svariate personalità di spicco nell’alta società, come l’infliente Paul François e Jean Nicolas Barras, generale della repubblica che la invita sovente a ricevimenti altolocati (a Barras Napoleone dovrà gran parte della sua fortuna: lo spinse ad eliminare tutti i sostenitori della deposta monarchia e assunse un ruolo fondamentale nel massacro dei trecento insorti davanti alla chiesa di San Rocco). È anche grazie alle conoscenze di Joséphine che fu reso possibile il colpo di stato del 18 brumaio: per Giuseppina, nota come “la Creola” o “la regina dei salotti”, nessun “idéologues” aveva segreti, conosceva le abitudini di gran parte degli uomini di potere, le loro debolezze e le dinamiche umane che guidavano la politica dello stato.
Carlo Alberto Ghigliotto
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