Gli ausiliari polacchi

«La brave nation polonaises, merite d’ être accueillie par un peuplequi asprire à la liberté» N.

Nell’ ottobre 1796 il generale dąbrowski propose al Direttorio , dopo la mancata disponibilità da parte della Prussia, il riconoscimento ufficiale di reparti polacchi
che già si stavano formando a nizza. Per superare il divieto di arruolamento di mercenari stranieri, il ministro Delacroix comunicò a napoleone l’ intenzione di
unire queste unità ad una delle repubbliche italiane create dalla politica bonapartista.

Il 30 ottobre il ministro Pétit informò Dąbrowski su come il governo francese intendesse facilitargli in modo indiretto il lavoro per la ricostruzione della patria.
Senza attendere una sua risposta, due giorni dopo gli sarebbe consegnata una lettera per il comandante in capo dell’ Armée d’ italie. Sebbene la notizia fu accolta
come un successo da parte degli “emigrati polacchi” (Wybicki dichiarò di non essere mai stato così felice), Dąbrowski intuì l’ equivocità dell’ offerta ed il primo
pensiero era quello di rifiutarla: di fronte a numerose pressioni, alla fine, come stabilito ritirò il passaporto e la lettera di raccomandazioni. i dubbi rimasero fino al 4 novembre, quando fu finalmente persuaso dal consiglio degli “emigrati polacchi” perché, “non avendo un palmo delle propria terra, senza alcuna rappresentanza, nulla contando sulle carte politiche, siamo contenti che almeno iniziano a parlarci, aprendoci qualche barlume di speranza per la nostra esistenza ed il nostro significato”, comunicò al generale Clarke l’ intenzione definitiva di partire per L’ italia.
Il generale accolse altresì la domanda di Wojczyński che lo voleva accompagnare avendo la conoscenza delle lingue insieme alla pratica nella diplomazia. respinse invece la candidatura del generale Wielhorski avanzata inizialmente da Wybicki. Bonaparte impose alla Repubblica Cisalpina l’ ingaggio di una Legione ed il 9
gennaio 1797 (20 nevoso anno V) venne firmata una convenzione di arruolamento con l’Amministrazione generale della Lombardia che, tra l’ altro dichiara:
<<il popolo lombardo vedrà con soddisfazione i Polacchi portare i colori nazionali della Lombardia con la scritta “Gli uomini liberi sono fratelli”; inoltre tanto gli
ufficiali che i soldati del Corpo Polacco porteranno la coccarda francese come quella della nazione protettrice degli uomini liberi>> .
Alla positiva soluzione contribuì in modo particolare la politica svolta da napoleone nella Penisola. Alle Legioni era riconosciuto il carattere patriottico e non mercenario, con organizzazione, disciplina, uniformi, distintivi alla polacca, coccarda francese e bandiera lombarda. La nomina degli ufficiali era riservata al direttorio su proposta del generale polacco. era infine accordata la cittadinanza cisalpina (il principale incentivo al reclutamento), con la facoltà di rimpatrio non appena possibile. Gli ufficiali erano tutti rigorosamente polacchi, mentre nella truppa, costituita principalmente da galiziani, erano presenti anche boemi, moravi, ungheresi e croati. I responsabili del reclutamento furono il capo battaglione Amilcar Kosinski ed il suo aiutante di campo, maggiore Eliasz Tremo.
A Dąbrowski vennero concessi il palazzo Imbonati a Milano, due caserme (Sant’Eufemia e Santa Marta) ed un assegno mensile di 10.000 lire.

[Lorenzo Baldoni]

Note
1. Così scrisse dąbrowski: « Les légions polonaises, serviront de noyau et de pépiniére d’ une armée à former pour la Pologne ; elles appelleront à elles, par le seul faie de leur existence, les émigrés et les déserteurs polonais de l’ armée autrichienne ; elles se nourriront, au contact de l’ armée française, des principes républicains, qu’ elles rapporteront dans leur pays » .
2. Art. 287 della Costituzione anno iii. Per superare tale divieto, il direttorio si rivolse a napoleone: « […] le gouvernement français ne pouvant prendre à sa solde aucune troupe étrangère, la proposition devient inexécutable. […] le directoire vous engage à voir s’il ne serait pas possible de déterminer le gouvernement provisoire du Milanais, du Modénais, ect… à les prendre à leur solde ».
3. Bonaparte au directoire ex., Modena 17.X.1796, Correspondance de napoléon i, ii, n.1095; i documenti di Kossecki, Przeźdz., Wojsko Polskie, p.310; Askenazy, napoleon a Polska, i, p.146.
4. AG, B􀀀, vol. 52; Ae, Pologne, manoscritto 124; rap., manoscritto 114, ii, p.132; dąbrowski; Pamiętnik Legionów, p.181; Askenazy, Napoleon a Polska, i, p.277; con l’ espressione “indiretto” più avanti il governo francese avrebbe cercato di liquidare i rancori e le pretese dei polacchi.
5. Wybicki, Pamiętniki, p.231.
6. ibidem.
7. Wybicki, Peterson, Barss a P. Potocki, 11.Xi.
8. L’ incontro tra napoleone e dąbrowski avvenne a Milano qualche giorno dopo la vittoria di Arcole.
9. quando, il 23 settembre 1800, la Legione passa direttamente al soldo francese dopo l’ abolizione dell’ art.287, e successivamentegirata al Governo cisalpino, Melzi lo giudicò un cattivo regalo a causa delle forti spese per il loro mantenimento.
Fonti
V. Ghibellini: i soldati del primo tricolore, pgg. 118 e seg.
AA.VV.: Storia militare dell’ italia giacobina, pgg.547 e seg.
A. Pigeard: napoleon et les troupes polonaises, pgg. 5 e seg.

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